C’è un antico rimedio molto usato attualmente in oriente, conosciuto già dai tempi dei greci e dei romani. È un piccolo seme giallo, dal sapore amaro-pungente e leggermente aromatico, che è un ingrediente del curry e di altre miscele di spezie. Appartiene alle leguminose come il fagiolo e l’erba medica, i suoi semi sono a forma triangolare, da cui il nome scientifico di Trigonella. La fitoterapia moderna la usa per il controllo della glicemia, del colesterolo e dei i trigliceridi, ma ha importanti proprietà ANTINFIAMMATORIE e ANTI MICROBICHE molto utili in tempi di Coronavirus. La Medicina Tradizionale Mediterranea infatti lo usa per espellere il catarro in eccesso dalle vie respiratorie, per rendere più fluida la linfa e sfiammare linfonodi e milza.

Il fieno greco è originario del Medio-oriente, viene utilizzato ancora oggi in India come foraggio per gli erbivori. È una pianta erbacea alta al massimo 50 cm con foglie tripartite e che produce dei bacelli con piccoli semi triangolari. Il suo uso medicinale è antico, era apprezzata dagli Egizi e da Ippocrate il fondatore della medicina greca. Nel medioevo era presente nei giardini dei monasteri e Carlo Magno nel suo Capitulare de villis la cita tra le piante obbligatorie per la coltivazione degli orti. La medicina islamica Unani-Tibb la considera molto importante, viste le parole del profeta Maometto che disse: “Se tu conoscessi il valore del fieno greco, pagheresti il suo peso in oro”. Queste parole sono confermate anche da Avicenna il massimo medico islamico.
I semi contengono un alcaloide derivato dall’acido nicotinico la trigonellina, presentano anche delle saponine steroidee tra cui la diosgenina, un olio essenziale, delle mucillagini e dei flavonoidi tra cui apigenina, luteolina e quercetina. La sostanza responsabile dei principale effetti del fieno greco però è la TRIGONELLINA che ha numerose attività: infatti è ipoglicemizzante, antispasmodica, aumenta la produzione di latte nelle donne, possiede capacità immuno-stimolanti, è diuretico e inibitore dei radicali liberi causati dallo stress ossidativo.
La ricerca moderna inoltre mostra anche che il fieno greco ha una significativa attività antimicrobica con possibilità di azione anche sui virus. (A. Sheikhlar, et al, 2013) può quindi essere di aiuto in caso di influenza sia in fase di prevenzione ma in modo molto più di efficace in fase di convalescenza.
Da sfruttare poi è la capacità del fieno greco di essere TONICO E AFRODISIACO sia nei maschi che nelle femmine, studi hanno trovato che una dose di 300 mg di e.s. due volte al giorno hanno aumentato l’energia muscolare e il senso di benessere. Altri studi hanno trovato il MIGLIORAMENTO DELL’UMORE e dell’allerta (Bagchi D. et, al. 2017) .Secondo uno studio del 2019 ( Wang J et al) i bioflavonoidi del fieno greco sembrano agire mediante inibizione dell’espressione e dell’attività dell’enzima MAO che porta ad un aumento dei livelli del neurotrasmettitori monoamina, come molti noti farmaci miglioranti dell’umore.
Da come si vede è un vero toccasana, il mio consigli è di usarlo nelle convalescenze come recupero del vigore e della piena salute. Secondo la medicina tradizionale Mediterranea il suo sapore amaro piccante è il segno del calore posseduto e della capace di sciogliere la flemma e di disperdere i fluidi verso l’esterno. Tradotto in linguaggio comune vuol dire che è capace di sciogliere i catarri e le congestioni dell’apparato respiratorio.
Un decotto dei semi usato regolarmente due volte al giorno è capace di liberare il sistema linfatico e i linfonodi dagli ingorghi e cosi la milza il più grande nodo linfatico del corpo. Ma non è finita il fieno greco come tante leguminose contiene le cumarine che aiutano gli endoteli e regolarizzano
la circolazione venosa.
La sua azione è riconosciuta nel trattamento dei disturbi digestivi. Secondo la teoria tradizionale dei quattro elementi ha una qualità caldo-secca lo rende riscaldante e asciugante e capace di stimolare lo stomaco e la digestione, di risvegliare l’appetito e rimuovere il catarro in eccesso. Il suo contenuto di mucillagini ha azione lenitiva capace di protegge e guarire la mucosa digestiva, di alleviare coliche e spasmi e muovere delicatamente la motilità intestinale. Essendo di sapore amaro, ha un effetto benefico sul fegato e sulla milza che ne migliora il metabolismo. Le indicazioni tradizionali del fieno greco per i disturbi digestivi riguardano perciò l’indigestione, la perdita di appetito, la flatulenza, le coliche, la diarrea e l’ingrossamento del fegato (steatosi) e della milza (stasi linfatica).
Altro elemento da tener conto: i semi di fieno greco sono anche un buon integratore alimentare essendo ricchi di beta carotene, di vitamine del gruppo B, di acido folico, colina e sali minerali di magnesio, sodio, potassio, rame, manganese, zinco, cromo e fosforo. Quindi i semi interi possono anche essere fatti germogliare e usati per aromatizzare le insalate.
Concludendo è importante sapere che il fieno greco è una pianta dalla natura moderata e consente di assumere dosi elevate IN MODO SICURO PER TEMPI LUNGHI. Infatti non sono eccessivi dei dosaggi che vanno da 6 a 10 grammi di polvere al giorno, vuol dire da tre a sei tazze di decotto al giorno
Ecco perciò un grande aiuto per le fasi di convalescenza di recupero dell’energia dopo influenza o altra malattia batterica o virale. Si può USARE IN TUTTA TRANQUILLITÀ e per lungo tempo, è nutriente, rinvigorente e capace di favorire l’eliminazione del catarro dalle vie respiratore e aprire i pori della pelle e migliorare il sistema immunitario.

POSTED BY Dr Grazioli | Giu, 01, 2020 |

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